Ordini Cavallereschi Crucesignati

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domenica 3 febbraio 2008

Gli Ordini cavallereschi degli Asburgo - Lorena di Toscana

recensione a cura di Carmelo Currò
Il nuovo libro di Roberto Saccarello sugli Ordini cavallereschi degli Asburgo-Lorena di Toscana .
Pochi accenni storici, consueti commenti di costume. Oppure manuali abbastanza “pesanti”, spesso non aggiornati e pieni di acritiche leggende, autentiche fiabe metropolitane del Rinascimento. Troppe volte gli articoli o le pubblicazioni sugli ordini cavallereschi risentono di questi gravi difetti di fondo, che si ripercuotono pesantemente sul pubblico, esprimendosi in servizi giornalistici fitti di errori e in cattiva informazione per i lettori. Roberto Saccarello, Ministro plenipotenziario di San Marino presso l’Ordine di Malta, con il suo ultimo lavoro sugli Ordini cavallereschi della Casa d’Asburgo-Lorena di Toscana, continua nell’intento di colmare alcuni vuoti informativi, pubblicando un nuovo, elegante, libro che segue le precedenti opere sugli Ordini equestri pontifici (2005) e su quelli dei Borbone-Due Sicilie (2006). L’agile volume del Ministro Saccarello raccoglie i dati essenziali per una rapida ma corretta informazione sull’argomento. Pagine sulla storia del ramo toscano degli Asburgo (corredate da un albero genealogico), altre sull’istituzione e le motivazioni degli Ordini della Toscana e della Dinastia, una vasta e puntuale documentazione fotografica sulla Famiglia granducale, le insegne, le uniformi, forniscono agli interessati una precisa “geografia” del sistema premiale pre-risorgimentale e l’evoluzione nel tempo di quegli antichi Ordini. Il preciso passaggio dal passato al presente costituisce da solo un punto di merito a favore dalla pubblicazione, dal momento che le naturali “modalità” di trasmissione del Gran Magistero svuotano radicalmente eventuali “ricostruzioni” genealogiche artificiose e false che autoproclamati pretendenti e gran maestri potrebbero inventare, come è già accaduto per innumerevoli “diramazioni” di altri antichi e prestigiosi ordini.La breve storia della Famiglia chiamata a regnare in Toscana dopo l’estinzione dei Medici, la prosecuzione delle sue attività di progresso sociale e tecnologico, le vicende dell’Ordine di S.Stefano, vengono abilmente riassunte senza cedimenti ad una facile oleografia. Qui trovano posto dati semplici, oggettivi, fatti per essere ricordati e considerati sotto la loro giusta luce. La storia dei suoi Ordini cavallereschi si inserisce dunque nella più ampia attività di revisione della storiografia risorgimentale che aveva “costruito” l’immagine di una Penisola sottomessa al dominio straniero che tiranneggiava i Popoli italiani grazie a principi delegati al suo governo. La “liberazione” dalle antiche Case regnanti ad opera di Savoia, nel volgere di pochi decenni e grazie ad una sanguinosa guerra civile (la lotta contro il “brigantaggio”) ed alla massiccia emigrazione, nei programmi del nuovo potere sarebbe stata seguita dal completo sradicamento di quell’intenso legame affettivo che aveva unito l’Italia pre-sabauda ai suoi antichi Principi. La lontananza dall’Italia avrebbe dovuto, poi, far ritornare completamente straniere le Case d’Asburgo e di Borbone. Invece, nonostante le difficoltà obiettive, questo rapporto, sia pur allentato, non si è mai completamente spezzato. Nel caso degli Asburgo di Toscana, il rapporto di familiarità con l’Italia e di rivalutazione delle radici “peninsulari”, era stato ripreso in tutta la sua totalità, e con grande entusiasmo da uno tra i più grandi esponenti della Stirpe lorenese: Goffredo d’Asburgo(1902-1984) il quale per anni ha incarnato l’ideale di principe cristiano, scrupolosamente devoto ai ricordi della sua Casa e alla causa della dignità umana, e che nella sua esperienza personale ha accomunato con estrema dignità e coraggio l’educazione presso la Corte imperiale di Vienna e la detenzione nel campo di concentramento nazista. Del resto, come è accaduto per i Borbone-Due Sicilie o per i Borbone-Parma, il rapporto di affetto e simpatia che ha unito le vecchie Dinastie ai loro Stati italiani, non è mai venuto meno, anche se le traversie politiche e storiche hanno condotto lontano dalla Penisola i rappresentanti e gli eredi delle antiche Case reali esiliate dall’invasione sabauda. Il legame intercorso fra le popolazioni italiane e le Famiglie straniere che nel corso dei secoli sono state chiamate a reggerne il governo, è sempre stato infatti di amore e di comprensione. L’italianizzazione rapida e completa di queste Dinastie conta innumerevoli esempi, e si potrebbe riassumere nella volontà dell’ultimo Duca di Modena il quale, nel nominare erede un ultrogenito della Casa d’Austria, prevedeva che il Capo della futura Famiglia d’Asburgo-Modena avesse dovuto conoscere bene la lingua italiana. La carrellata storica sull’Ordine di S.Stefano,l’antica Istituzione medicea voluta per difendere le coste toscane dalle incursioni barbaresche e per la liberazione dei prigionieri cristiani caduti in mano agli islamici, non solo riesce a tracciare le principali tappe della vita dell’Ente ma coglie il tratto essenziale del rinnovato slancio offerto dalla nuova Dinastia. In un’epoca in cui il pericolo musulmano era notevolmente scemato e la sua pressione sulle coste si era allentata, affievolendo la paura del mare di tanta parte dell’Italia, i Principi d’Asburgo scelsero una “nuova frontiera” di impegno civile su cui avviare l’opera di Cavalieri di S.Stefano. Mi riferisco all’attività di rilancio delle opere pubbliche in Toscana, in grado di allargare le attività economiche dello Stato e di far inserire a pieno titolo quella parte d’Italia nel perimetro più progredito dell’Europa “interna”. Alle note sull’Ordine di S.Stefano seguono quelle sull’Ordine di S.Giuseppe (istituito nel 1807) e sull’Ordine del Merito civile (istituito nel 1861 unificandolo all’Ordine militare che risaliva al 1853). Non è assolutamente superflua la pubblicazione degli attuali Ruoli degli Insigniti. Oltre alle motivazioni di carattere informativo che sono sempre apprezzate da una parte del pubblico, mi sembra necessario ricordare quali siano le persone che fanno parte degli Enti con a capo l’antica Dinastia. Da un lato è giusto ritornare sul loro attaccamento alle radici della regione di riferimento; dall’altro, si offre un diffuso e semplice mezzo di divulgazione per sottrarre spazio di movimento ai molti millantatori che si muovono nel mondo cavalleresco o tra gli appassionati poco informati. Secondo le parole dello stesso Autore, la pubblicazione dei Ruoli costituisce la testimonianza più autentica “della continuità e dell’attualità delle storiche Istituzioni cavalleresche”. E’ la dimostrazione di quanto Grazia Deledda affermava in Canne al Vento, a proposito della nobiltà dell’anima e di quella dei natali: una moneta d’oro, anche se rimane sepolta per molti anni, una volta riportata alla luce può diventare splendente e preziosa come prima. Nuova ottima prova, dunque, per Roberto Saccarello, all’insegna di una divulgazione semplice, corretta e necessaria. Indispensabile per raggiungere un pubblico “non specializzato” ma numeroso. Tratto da la Cicolare Spigolosa di Sullivan

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