Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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sabato 9 febbraio 2008
L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI, E...LO SI VEDE BENE CON IL CUORE.
A. De Saint-Exupéry, Il piccolo principe.
Umberto Galimberti ordinario di Filosofia della Storia e Psicologia Dinamica all’Università di Venezia, pubblica nel 2007, per i tipi della Feltrinelli, un testo che forse dovrebbe passare per le mani di quei genitori che alle prese con i figli adolescenti, spesso smarriscono il bandolo della matassa.
“L’ospite inquietante, il nichilismo e i giovani” è un saggio
molto agile e d’immediata comprensione, che con leggerezza (che Calvino diceva essere il salvagente con cui attraversare il fiume della vita) analizza i problemi di questi “nuovi” giovani d’oggi. Sono nuovi perché le crisi che i ragazzi vivono oggi non sono “le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.”
Il rapporto Pisa 2006 (Programme for international student assessment) stilato dall’Ocse su un campione di oltre 400 mila studenti in 57 paesi, sul livello di preparazione degli studenti e istruzione nel mondo, ha posizionato l’Italia al 36esimo posto (prima è la Finlandia). Sembra d’essere, come ha replicato il ministro Fioroni, in piena emergenza educativa, complici le strutture obsolete che soprattutto al Sud affliggono gli istituti, e un sistema educativo fermo all’Ottocento, con registri, note, e i quattro compiti a quadrimestre.Ma se si parla d’emergenza educativa (si scatena la crisi quando bisogna scrivere “ce ne” e “ce n’è”) bisogna parlare anche di un’altra grande emergenza, quella emotiva. Un’emergenza di cui i genitori devono occuparsi in prima persona, perchè in fondo oltre alla scuola, alle babysitter, al lavoro e al mutuo, c’è la famiglia. E non si tratta di un valore obsoleto, non valgono le scuse di chi non c’è mai perché bisogna pagare le bollette e gli svaghi. Qui non si parla di semplici responsabilità o di figli turbolenti. L’emergenza è la forza d’animo, quella che Platone nominava thymoeidés e indicava la sua sede nel cuore. Ciò che risiede nel cuore è sentimento, che non è quell’astratto senso languido delle cose e del mondo che deriva da certa letteratura, ma il sentimento è la forza con cui si affronta la vita, si adopera una scelta sempre, in ogni singolo momento “perché in una scelta piuttosto che in un’altra ci si sente a casa” perché se si finge di scegliere, e per debolezza o emulazione si perde. Così quando manca la coincidenza di noi con noi stessi, si diventa estranei a se stessi, lontani da sé e vicini a tutti quegli altrove che la società ci chiede di diventare. Così tra una bolletta e l’altra, tra un sabato sera e la domenica a pranzo, cerchiamo di guardarci negli occhi e affrontiamo ciò che temiamo. I figli (come il mondo) bisogna osservarli, bisogna sentire cosa temono, perché loro “anche se mai lo confesseranno, attendono qualcosa o qualcuno che li traghetti, perchè il mare che attraversano è minaccioso, anche quando il suo aspetto è trasognato”.
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