Ordini Cavallereschi Crucesignati

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martedì 25 settembre 2007

Il Posto Occupato dal "Divino" Costantino

nella chiesa da lui fondata

"Nessuno arriva in paradiso con gli occhi asciutti" (proverbio).

Cari amici, come ho avuto modo di dire, nelle mie precedenti esposizioni a proposito di Costantino il Grande, il vertice gerarchico e culturale cattolico ha sempre cercato di far apparire il comportamento dell’imperatore Costantino nei confronti della Chiesa Cattolica da lui fondata, diversamente da quello che è per la storia.
I più noti indizi e le tracce più evidenti di tali manomissioni da parte del vertice cattolico.
Se leggiamo qualsiasi storia della Chiesa Cattolica, scritta da cattolici, per trovarsi una risposta vera e schietta riguardo il posto che occupò il Divino Costantino nella Chiesa da lui fondata, ci tocca di restare profondamente delusi.
Infatti in ognuno di esse si evidenzia un notevole interesse a far apparire la Chiesa di Costantino identica a quella cristiana odierna. Il che è assolutamente falso.
Per chi è addetto ai lavori, invece, tra la Chiesa Cattolica fondata da Costantino e quella Cattolica odierna c’è la stessa differenza che passa tra una stalattite all’inizio della sua formazione e quella che essa è divenuta dopo moltissimo tempo. La Chiesa Cattolica odierna, la Romana, infatti, è frutto di un lunghissimo processo evolutivo, molto abilmente programmato e guidato.
Anche la persona di Costantino imperatore lungo il corso dei secoli è stata sottoposta a continua “epurazione” o “cristianizzazione”, che rivela il pochissimo rispetto del vertice ecclesiastico cattolico di tutti i tempi per la storia.
Conseguentemente non è tanto facile per i critici odierni avvalersi di documenti sicuri che possono provare questo lungo e sistematico procedimento di falsificazione. Il vertice cattolico ha “sistemato” tutto o quasi tutto con la massima prudenza e circospezione, per cui è ben difficile raccogliere prove schiaccianti contro la sua ampia sistemazione. Ma per fortuna tanti dati sono sfuggiti all’attenzione degli autori di tali interventi. Per cui di tale sistematica manomissione ci sono pervenuti indizi e tracce evidenti. E questo ha cercato di farlo con tutti i mezzi, sia dottrinali che iconografici, come se Costantino non fosse stato pontefice massimo di tutte le religioni ed il divino Augustus di tutto l’impero. Anche il vescovo di Roma di quel tempo viene presentato come papa, mentre è risaputo che il papato risale al secolo VIII. Ritengo, pertanto, utile riferire i più comuni e i più noti indizi di tali manomissioni cattoliche, che sono i seguenti: Costantino, ogni qual volta ha a che fare con vescovi ed i pontefici della sua Chiesa da lui nominati, sia individualmente che riuniti tutti insieme in concilio, li tratta sempre come può farlo il loro “pontefix maximus”, un dittatore, un tiranno; li depone, li trasferisce, li manda in esilio, li incarcera, senza dovere dar conto a nessuno, così come ha fatto per eleggerli e investirli di potere. Anche il trono su cui egli siede e le vesti che indossa in tali occasioni esprimono chiaramente che lui è il loro dio, che presiede a tutta la Chiesa Cattolica. Costantino indice sinodi e concili di tutta la sua Chiesa, presiede tutti i lavori sinodali e conciliari, e da valore di legge al documento finale, ratificandolo con la sua sola firma. La sua volontà, da sola,sempre in ogni caso, possiede valore di legge. Costantino, essendo poco preparato culturalmente per dirimere difficili questioni teologiche sorte qua e là e dovendosi tuttavia comportare da arbitro assoluto su ogni questione, incontrò spesso difficoltà nel governare i vescovi da lui creati, quando essi si opposero alle sue decisioni e che ovviamente finirono malamente i loro giorni. Non vi è alcun dubbio che i vescovi a lui disubbidienti in materia religiosa e disciplinare siano finiti regolarmente quando meno in esilio.
Costantino non tollerò mai su questioni religiose e morali che i suoi sudditi disobbedissero ai suoi ordini ed alle sue decisioni, ne intese delegare ai suoi pontefici o vescovi o flamini la sua autorità. Lo stesso avvenne durante il periodo in cui il trono imperiale successero i suoi figli ed eredi.
Basti pensare allo scontro durato per molti anni tra l’imperatore Costanzo II (337-361), ed Atanasio, il vescovo di Alessandria d’Egitto. Questi dopo essere stato mandato in esilio da Costantino nel 335, fu mandato in esilio per altre due volte dal figlio Costanzo II. Atanasio trascorse in esilio quasi tutto il tempo della sua vita. Addirittura dall’ottobre del 365al febbraio 366 per sottrarsi nella città di Alessandria alle ricerche da parte di Valente pare che si sia nascosto a lungo dentro la tomba di suo padre. E’ da notare che il vescovo egiziano Atanasio (295 – 373) fu un osso molto duro per Costantino, ma soprattutto per suo figlio Costanzo II. Atanasio lo fece passare davanti agli occhi dei fedeli di Alessandria per “anticristo”. Egli nei suoi scritti e forse anche oralmente gli contestò il suo atteggiarsi a divinità. Nella sua Storia degli Ariani, scrive che Costanzo II entrando nelle basiliche e nelle altre chiese e vi si comportava da padrone assoluto, vi stava in piedi o seduto a suo piacere e non voleva nessuno del clero intorno a sé, imponendo con la forza i suoi decreti”(Cfr. Atanasio, Contra Arianos, P.G., III, 33,77). In proposito vi è la storia della Chiesa d’Africa un altro episodio che è estremamente eloquente. Si tratta dell’intervento armato che l’imperatore Costantino ordinò contro la fazione dei Donatisti, per cui la popolazione ribelle al suo ordine fu esemplarmente punita con la morte e sterminata dall’intervento dell’esercito imperiale, che non risparmiò neppure i vecchi, le donne ei bambini.
Il caso è molto rappresentativo ed emblematico, per cui voglio riferirlo.
L’episodio avvenne nella comunità cattolica dell’Africa Proconsolare. Qui il cattolicesimo era molto diffuso. Tra i vari vescovi della regione ve n’era uno, un certo Donato, che aveva un gran seguito per il suo personale carisma e per la sua concezione morale molto rigida, in palese contrasto con la linea del vescovo di Roma e dello stesso imperatore Costantino. Ecco casa avvenne. Siamo a Cartagine. Qui muore Mensurio, vescovo della città nel 312. A succedergli fu eletto il diacono Ceciliano, notoriamente implicato durante una precedente persecuzione per pubblica defezione ed apostasia. A questo punto, la chiesa di Cartagine si spaccò in due: da una parte stava il vescovo Donato ed i suoi numerosi sostenitori, e dall’altra il vescovo Ceciliano, sostenuto dalla fazione lassista, cara a Roma. La questione fu portata davanti all’imperatore Costantino. Questi rispose deponendo i due vescovi, cioè Donato e Ceciliano. Ma le due parti non accettarono la decisione salomonica. Scoppiarono liti e tumulti. Per ordine di Cosatntino, Donato fu mandato il esilio. Ma la cosa non finì li. I donatisti non si piegarono. Allora l’imperatore Costantino emanò un editto con cui li dichiarò eretici i donatisti e li condannò tutti alla pena di morte. Ad eseguirla inviò in Africa un esercito. Era il 12 marzo del 317. Tutti i ribelli, indistintamente, compresi i vecchi, le donne ed i bambini, furono spietatamente trucidati dai militari, insieme al loro clero ed al vescovo. Non si salvò proprio nessuno. Fu una strage vera e propria.
In conclusione, si può affermare che il posto dell’imperatore Costantino nella sua Chiesa è molto più importante di quello dell’attuale papa e di quello di tutti i vescovi riuniti insieme a lui. Egli nella sua Chiesa era addirittura Dio in terra.
Sono pertanto adulterati tutti i testi fatti apparire come originali e dell’epoca, in cui Costantino lo si presenta come un timido agnellino del gregge cristiano, come un fedele che in fatto di religione delega ossequiente e riguardoso verso i suoi vescovi, come un sovrano docile ed ubbidiente ad essi. Sono pure tutti falsi i dipinti e le sculture che lo riguardano, in cui lo si raffigura come uno che si inchina e si prostra davanti al papa ed agli altri vescovi. Del resto tutti sappiamo che il papa allora non esisteva ancora, essendo il papato un’istituzione ecclesiastica che nella sua più importante fase evolutiva risale al lungo periodo che va dal secolo VIII in poi, come vedremo, fratelli miei, in seguito nel corso di questa opera. Appaiono, pertanto, pietosi e maldestri quei tentativi, compiuti dal vertice cattolico, finalizzati a cancellare o quanto meno a tentare di cancellare o distruggere documenti capaci di provare la falsità delle sue affermazioni di fondo in sede teoretica sull’origine della chiesa costantiniana. Per tutti i suddetti motivi ritengo utile puntualizzare la terminologia che va usata quando si tratta della storia del Cattolicesimo. E questi sono i dati più importanti.
Revisione della terminologia da usare a proposito della Chiesa Cattolica e di quella Cristiana.
La Chiesa Cattolica è quella fondata dall’imperatore Costantino agli inizi del secolo IV. Come abbiamo visto e letto, essa è tutta un’altra cosa rispetto alla Chiesa fondata da Gesù Cristo la quale è scomparsa del tutto dalla Terra durante la persecuzione dioclezianea. Essa durante il suo lungo periodo evolutivo ed in tutta la sua storia, può distinguersi in Protocattolica, Deutorocattolica, Cattolicopapale, Cattolica Romana e Cattolicocristiana.
La Chiesa Cristiana, invece, come dice la stessa parola, è quella fondata personalmente da Cristo. Però, dopo la nascita delle Chiese Riformate, dopo il 1517, per distinguerle da quella Cattolica, si chiamano “cristiane” tutte le altre Chiese che in qualsiasi modo si ispirano e risalgono a Gesù Cristo. In questo senso, anche la Chiesa Cattolica può dirsi cristiana. E’ bene però che a scanso di equivoci la Chiesa Cattolica non sia chiamata cristiana, ma semplicemente Cattolica, che è il suo originario nome datole dal suo fondatore Costantino.
La Chiesa Cattolica, durante il suo lungo periodo evolutivo e lungo tutto l’arco di tempo della sua storia, può distinguersi nel seguente modo:

Chiesa Protocattolica è quella che va dal 315 al 365.
Chiesa Deutorocattolica è quella che va dal 365 agli inizi del secolo VIII.
Chiesa Cattolicopapale è quella che va dal secolo VIII al 1054.(La Chiesa Cattolicopapale è quella che si è già creato uno Stato temporale ed è pronta per scontrarsi con la Chiesa Greco Ortodossa e separarsi da essa).
Chiesa Cattolica Romana è quella che va da 16 luglio del 1054 al 1122. (E’ quella che si è già separata dalla Chiesa Greco Ortodossa e si è liberata da ogni dipendenza dall’imperatore col concordato di Worms.
Chiesa Cattolicocristiana è quella che va dal 1122 e giunge sino ai nostri giorni.

E’ bene notare che la Chiesa Cattolica, quella posteriore al 1122, cioè la Chiesa Cattolicocristiana, grazie alla fondamentale opera dei Padri della Chiesa, ha decisamente lasciato alle sue spalle i caratteri originari di chiesa pagana ed ha assunto in parte ed in modo apparente i più importanti contenuti ed aspetti posseduti dalla Chiesa fondata da Gesù Cristo, riuscendo così a presentarsi come se fosse tale. Per cui, in un certo senso e dal punto di vista unicamente esteriore, l’aggettivo sostantivo di “cattolico” e quello di “cristiano”, originariamente del tutto diversi ed estranei, sono diventati e possono considerarsi quasi sinonimi. Lo stesso può dirsi di tutte le altre Chiese Riformate: esse, pur essendo derivate da quella Cattolica, e create da uomini, quali Lutero, Calvino, Zuiglio, Enrico VIII e simili, possono in un certo senso chiamarsi “cristiane”.
Ma sia ben chiaro che, a mio avviso, nonostante l’apparenza, e contrariamente a quello che affermano gli scrittori di parte da molti secoli, la Chiesa Cattolica, la chiesa fondata da Costantino, e quelle da esse derivate, rimangono ugualmente ed irrimediabilmente del tutto diverse da quella fondata da Gesù Cristo. Esse, pertanto, rimangono sempre chiese umane, fondate da uomini, e che niente e nessuno può trasformare nella sua intima sostanza, chiese che stanno alla Chiesa di Gesù Cristo come una pianta di plastica sta ad una pianta viva e vera con fiori e frutti.

Bibliografia:
Capitolo tratto dal libro: Architettura Arte e Religione di Angelo Scarpulla

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