Si sa che la Basilica Lateranense in Roma fu costruita dall’imperatore Costantino nella area del quartiere Laterano, la quale era di proprietà della moglie Fausta che aveva ricevuta come dote matrimoniale dal padre, l’imperatore Massimiano. Accanto a tale area vi erano i numerosi edifici di un’enorme caserma degli Equites Singulares, che erano un corpo speciale della cavalleria di Stato al diretto servizio della persona dell’imperatore. Per ordine di Costantino il corpo speciale degli Equites Singulares, che erano un corpo speciale della cavalleria di Stato al diretto servizio della persona dell’imperatore. Per ordine di Costantino il corpo speciale degli Equites Singulares fu sciolto, e la caserma rasa al suolo, per i motivi che dirò a proposito del tempio funerario eretto da Costantino in Tor Pignattara in onore di Elena sua madre.
Fu così che l’intero quartiere del Laterano nel secondo decennio del trecento divenne la nuova zona residenziale imperiale, in cui Costantino edificò il suo quartiere generale costituito dal Palazzo residenziale e di Governo e da una propria Basilica, intitolata a se stesso, cioè all’Aghion Soterion o Santissimo Salvatore, che volle che fosse la più importante e la più grande da tutte le basiliche da lui erette e tutte dedicate al culto della propria persona, pur nell’ambito della nuova religione da lui fondata. Attiguo a questa basilica eresse un Tempio funerario, destinato ad accogliere le sue spoglie mortali e naturalmente anch’esso dedicato al proprio culto a partire dal momento della sua morte. Questo è il mio “teorema” (riferisce il Prof. Angelo Scarpulla, nel suo libro Arch. Arte e Religione) archeologico sulla storia della basilica costantiniana di San Giovanni in Laterano e dell’attiguo omonimo Battistero. Per risolverlo poniamo alcune utili premesse. Sappiamo da tradizione immemorabile che l’attuale basilica di S. Giovanni in Laterano fu dedicata da Costatino al Divin Salvatore, e che in seguito ala vertice cattolico mutò la titolarità originaria di essa, che così assunse il nuovo titolo di S. Giovanni Battista in Laterano. Si noti che il Divin Salvatore di tal titolarità viene fatto coincidere con la persona di Gesù Cristo.
Questa interpretazione, acriticamente accettata dagli storici da sempre, mi ha fatto sorgere dubbi e problemi, che ho cercato di risolvere nelle stessa maniera in cui si risolve un teorema. Sappiamo tutti che cos’è un teorema e quale è la tecnica per risolverlo. In sintesi, ci si basa su una serie di dati certi per scoprire altri ignoti. Così, per esempio, avviene nel notissimo teorema di Pitagora (sec. VI a. C.), il cui enunciato, che mi riporta ai lontani anni del ginnasio, così recita: “In ogni triangolo rettangolo, il quadrato costruito sull’ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti”.
L’imperatore pagano Costatino, che si riteneva ed era ritenuto dio in base alla legislazione romana, costruì e dedicò al proprio culto la Basilica Lateranese del Santissimo Salvatore, nello stesso sito dell’attuale basilica di S. Giovanni Battista in Laterano. Nella zona ad essa contigua edificò un tempio funerario, che in seguito, dopo la morte di lui e dei suoi figli, il vertice cattolico romano trasformò nell’attuale Battistero di S. Giovanni in Laterano. Non vi è alcun dubbio che Costantino avesse pieno diritto di far ciò. Prima di lui, tutto questo era stato fatto da tutti gli altri imperatori romani. Dunque lo fece legittimamente.
Si può ipotizzare che la Basilica Lateranense sia stata creata da Costatino per il culto della persona?
A sostegno della tesi che l’imperatore abbia costruito la Basilica Lateranense per il culto della sua divina persona, vi sono parecchi argomenti in favore, che voglio esporre e che sono i seguenti.
1) Il cambiamento della titolarità della Basilica Lateranense.
2) La prassi abituale, per cui accanto ad ogni importante basilica sorgeva un tempio funerario.
Punto primo: Dato che l’attuale titolo della Basilica Lateranense non è quello originario, mi chiedo: perché circa un secolo dopo la sua costruzione, a questa basilica, che originariamente era stata dedicata al Divin Salvatore, stranamente la titolarità originaria fu poi cambiata in quella di S. Giovanni Battista?
Premetto che non mi risulta che qualcuno prima di me si sia posta questa domanda e le abbia dato una risposta soddisfacente, rendendola poi di pubblica ragione.
Ciò premesso, questa è la mia risposta che formulo con il seguente dilemma, cioè con una doppia possibile ipotesi.
Con la Prima, ipotizzo che la dedica della Basilica al Divin Salvatore si riferisca a Gesù Cristo, come da sempre sostengono acriticamente i cattolici.
La seconda, invece, ipotizzo che la dedica della Basilica al Divin Salvatore si riferisca all’imperatore Costatino. Si noti bene che nella prima ipotesi, appare molto improbabile a rigor di logica il fatto che ad una basilica che originariamente era stata dedicata a Nostro Signore Gesù Cristo, in un secondo tempo il supremo vertice cattolico possa averle cambiato la titolarità, attribuendole il nome di un semplice santo, quale Giovanni Battista. E’ infatti, ovvio che, in tal caso, il cambiamento della titolarità equivarrebbe ad una grave offesa per Gesù Cristo, assumendo il fatto un chiaro significato di degradazione.
Se, invece, nella seconda ipotesi, il titolo di Divin Salvatore corrispondesse a quello di Costantino, il suo cambiamento si spiegherebbe benissimo, in quanto esso ci apparirebbe come la cancellazione di un titolo, come quello di Dio Ottimo e Massimo, che, in un secondo tempo, cioè in seguito al passaggio dell’ideologia cattolica dalla fase protocattolica a quella deuterocattolica, poteva apparire chiaramente idolatrico e blasfemo o quanto meno equivoco.
Conseguentemente, se così non fosse stato, se ciò originariamente fosse stata dedicata a Gesù Cristo Divin Salvatore, non ci sarebbe stato alcun ragionevole motivo per cancellare quel titolo originario e barattarlo con quello di grado molto inferiore come è quello di un santo qualsiasi, come S. Giovanni Battista. Dunque è molto probabile che la Basilica Lateranense originariamente fosse stata dedicata a Costantino a se stesso, in quanto Santissimo Salvatore, per promuovere il proprio culto divino. Il che ovviamente, date le premesse della sua divinità in base alla costituzione romana, mi sembra, in un certo senso, anche giusto, sebbene da un altro punto di vista sia certamente idolatrino e blasfemo. Si noti che questo cambiamento di titolarità in una basilica da parte delle autorità deuterocattoliche è avvenuto tantissime altre volte, anzi è la norma che regola la prassi del vertice cattolico in questo settore. Mi limito a citare alcuni casi. Il primo che mi viene in mente è quello che è avvenuto a Ravenna e di cui mi occuperò in seguito, riguardante la Basilica edificata dal re barbarico Teodorico e da lui dedicata al Santissimo Salvatore, che è poi lo stesso Todorico. E’ bene notare, infine, che quanto detto per la Basilica Lateranense, si potrebbe logicamente pensare e dire anche per tutte le altre basiliche costantiniane, in quanto esse furono tutte fatte edificare da Costantino sia in Roma che altrove, per promuovere il culto della propria persona o della persona di altri membri della sua famiglia , ma il titolo attuale di ognuno di esse non è mai quello originario.
2) La prassi abituale, per cui accanto ad ogni importante basilica sorgeva un tempio funerario. Esaminando attentamente l’area interna e quella circostante della grandi basiliche protocattoliche, risulta una costante particolare ed interessante per cui accanto ad ognuna delle più importanti basiliche protocattoliche sorgeva un tempio funerario, di solito di forma rotonda e di piccole dimensioni. I casi del genere da me riscontrati sono tanti. Mi limito a citarne alcuni, di cui tre esistenti in Ravenna e tre a Roma. I tre casi di Ravenna: Il “Mausoleo” di Gallia Placida. Sorge accanto alla Basilica di San Vitale. La connessione tra i due edifici è probabile, in quanto sappiamo che molto probabilmente la costruzione di San Vitale iniziò ad opera di Galla Placidia, nel 526, il che è molto plausibile per il fatto che tale data coincide con la sua ascesa al trono imperiale, ed anche perché la Basilica di San Vitale fu consacrata nel 547, cioè tre anni prima che l’imperatore Galla Placida si trasferisse a Roma, chiudendo i suoi giorni. Ma è ancora più probabile la connessione tra il “Mausoleo” di Galla Placidia con l’antica basilica di Santa Croce. Data la maggiore antichità della Basilica di Santa Croce rispetto a quella di San Vitale, è lecito ipotizzare che il rapporto con la Basilica di S. Vitale possa ridursi a quello di sola vicinanza, mentre quello di S. Croce potrebbe essere un vero e proprio rapporto di integrazione complementare.
Il “Battistero” Neoniano o dei Cattolici, che originariamente non era un battistero ma un tempio funerario dedicato al culto delle spoglie mortali di un personaggio di somma rango a cui spettavano onori divini. Esso è contiguo alla Cattedrale, la quale sorge sulle fondamenta della Basilica del V secolo che era a cinque navate e che consideratamente fu abbattuta nel 1733 per ordine dell’arcivescovo Farsetti per riedificarvi sopra l’attuale che è completamente in stile moderno.
Il “Battistero” degli Ariani, che è contiguo all’attuale Chiesa dello Spirito Santo, la quale è il rifacimento della Cattedrale dei Goti il cui titolo era “Aghia Anastasis”: la Santa Resurrezione o meglio la “Gothorum Resurrectio”, dedicata alla glorificazione dei Goti.
I tre casi di Roma:
Il Tempio funerario “Mausoleo” di S. Costanza in via Nomentana, che è contiguo alla Basilica di S. Agnese, di cui mi occuperò nelle pagine seguenti di quest’opera;
Il Tempio funerario o “Mausoleo” di S. Costanza in via Nomentana, che è contiguo alla Basilica di S. Elena e le omonima basilica di Tor Pignattara, di cui mi occuperò nelle pagine seguenti di quest’opera;
Il Tempio funerario, meglio noto come Il “Panteon”, fatto costruire nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, e che sorge in piazza della rotonda. Fu completamente rifatto al tempo dell’imperatore Adriano. In seguito, nel 609, fu dedicato al culto della Madonna (S. Maria ad Martyres)
Dunque, è lecito ipotizzare che, sia la Basilica di S. Giovanni in Laterano che il Battistero omonimo ad essa attiguo, contrariamente a quanto si suol dire, non siano nati per volontà di Costantino rispettivamente come la basilica cristiana e battistero annesso in epoca protocattolica, ma lo divennero nel periodo immediatamente successivo o deuterocattolico. I due monumenti attuali, pertanto possono essere la risultante di numerosi e consistenti adulterazioni sistematicamente da essi subite nel corso dei secoli. La sola cosa che è rimasta immutata è il loro abbinamento, che fa si che essi siano un complesso architettonico unico ed unitario, oggi come ieri. E così, anche se non siamo pervenuti alla chiara soluzione del problema del teorema, ci siamo almeno avvicinati ad essa. In mancanza di prove lampanti, possiamo contentarci delle suddette. Se si tiene conto della cura meticolosa con cui il vertice cattolico ha cercato di far scomparire ogni traccia delle trasformazioni effettuate, possiamo considerarci più che soddisfatti per il traguardo raggiunto. Infatti, come può facilmente vedersi, oggi, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano e nell’attiguo Battistero , di costantiniano originario rimane ben poco. Tutto è stato rimaneggiato accuratamente.
Un caso a sé è la grande statua di Costantino, attualmente posta sotto il portico della Basilica Lateranense, perché estranea al complesso monumentale, in quanto proveniente, a giudizio di esperti, dalle Terme di Costantino.
Essa, però, può essere considerata una specie di lapsus freudiano, in quanto la sua collocazione nell’area della massima basilica costantiniana può assumere inquietanti significati incosci. Non si sa, invece, nulla di dove sia finita la gigantesca statua di Costantino, che originariamente troneggiava al centro dell’abside della Basilica Lateranense. Dell’attuale Battistero Lateranense, cari fratelli, adiacente all’omonima Basilica, mi occuperò ancora prossimamente, di quest’opera, quando sarà trattato l’argomento dell’amministrazione del battesimo per immersione totale negli appositi battisteri.
Capitolo tratto dal volume Architettura Arte e Religione di Angelo Scarpulla.
(contributo alla storiografia delle origini del cristianesimo)
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