Questo sito è a disposizione di tutti coloro che intendono inviare i loro pezzi, che dovranno essere firmati, articoli sulle gesta della Cavalleria Antica e Moderna, articoli di interesse Sociale, di Medicina,di Religione e delle Forze Armate in generale. Il sottoscritto si riserva il diritto di non pubblicare sul Blog quanto contrario alla morale ed al buon gusto. La collaborazione dei lettori è cosa gradita ed avviene a titolo volontario e gratuito, per entrambi.
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giovedì 25 ottobre 2007
I datteri del Nugus
Un amico mi ha inviato un gustoso racconto comparso pochi giorni fa su Il Giornale; è spiritoso e tuttavia narra un fatto vero, oggi diremmo di costume. L’autore, Gian Carlo Fusco, ha pubblicato presso Sellerio editore, il volume di racconti L’Italia al dente. Dal titolo arguisco che i testi che ne fanno parte ruotino attorno alla cucina e, letto quello riprodotto su Il Giornale, credo proprio valga la pena di acquistarlo. Nel 1928 Ras Tafari, non ancora Imperatore d’Etiopia, venne in visita di stato in Italia per firmare un trattato d’amicizia ventennale; infatti, benché non Imperatore era allora reggente per l’Imperatrice Zauditu, vedova del negus Menelik II. Il Regio Governo lo fece sbarcare a La Spezia e, dopo la visita della base della Regia Marina, fu offerto un pranzo di gala all’illustre ospite ed al suo seguito. Il cuoco della mensa ufficiali, per fare scena, inventò un piatto nuovo, gli spaghetti alla diga. Altro non erano che spaghetti conditi con datteri di mare, tipici di La Spezia. Il termine la diga allude al fatto che si pescavano presso la diga del porto. Ras Tafari non ne aveva mai visti, erano tempi in cui la globalizzazione era di la da venire, anche a tavola, per cui quando si vide di fronte il marinaio che fungeva da cameriere e vide spuntare dal piatto di portata quella cosa insolita, chiese all’ ammiraglio che gli sedeva vicino cosa fosse. Ricevuta la spiegazione richiesta trasse con due dita un dattero dal piatto di portata e lo succhiò. Parve gli fosse piaciuto e, come conseguenza, ordinò al seguito qualcosa in lingua amarica. Cosa disse? Probabilmente invitò i suoi connazionali ad assaggiare e, con un certo sconcerto degli astanti, gli Abissini “pescarono” dai piatti di portata, a mani nude, tutti i datteri di mare e lasciarono gli spaghetti ai commensali italiani.
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