Ordini Cavallereschi Crucesignati

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lunedì 22 ottobre 2007

La Questione del Battisimo di Costantino il Grande

Papa Sivestro battezzò l'Imperatore Costantino?

Parlare della figura di Costantino il Grande nel passaggio dell’età medievale a quella moderna, significa infatti riconsiderare il “battesimo di Silvestro” non tanto per rimettere in campo le indagini e le polemiche sulla formazione dei “falsi” storici, ma per indagare che l’Età Moderna ha fatto e fa dei vari “Miti” concernenti Costantino.

A Roma, la sala destinata a ricevimenti e cerimonie ufficiali, fu decorata dagli allievi di Raffaello, sulla base di disegni del maestro, morto prematuramente prima della fine dei lavori (1520). Essa prende il nome da Costantino (306-337 d.C.), primo imperatore romano a riconoscere ufficialmente la religione cristiana concedendo la libertà di culto. Sulle pareti sono raffigurati quattro episodi della sua vita che testimoniano la disfatta del paganesimo e il trionfo della religione cristiana: la Visione della Croce, la Battaglia di Costantino contro Massenzio, il Battesimo di Costantino e la Donazione di Roma.

Gli storiografi cristiani, ovviamente interessati e di parte, pur non nascondendo il loro imbarazzo nel farlo, sostengono unanimemente che Costantino ricevette il battesimo. Le loro affermazioni, però, non sono concordi su punti molto importanti, cioè sul luogo, sul tempo in cui tale battesimo sarebbe stato amministrato, come pure sulla persona del battezzatore, per cui si rilevano false o quanto meno discutibili.

Infatti, in proposito c’è chi afferma che tale battesimo sarebbe stato amministrato a Roma, nel 314 circa, da Papa Silvestro; c’è chi scrive, invece, che esso sarebbe stato somministrato a Nicomedia cinque giorni prima della morte; e c’è qualcun altro che addirittura lo colloca in punto di morte il 27 maggio 337 e che fosse stato somministrato dal vescovo ariano Eusebio di Nicodemia; ed infine c’è chi sostiene che sia stato amministrato a Gerusalemme in Palestina dal papa Silvestro in occasione della consacrazione della chiesa del Santo Sepolcro voluta da S. Elena sul Calvario.

Gli autori che sostengono le diverse tesi suddette, che sono così contrastanti, ovviamente inducono a dubitare della credibilità di tale somministrazione, a prescindere dai dati e particolari contrastanti di essa. E’ pertanto doveroso approfondire la questione. Vediamo, quindi, cosa scrivono i sostenitori delle sei diverse tesi a proposito del tempo e del luogo in cui Costantino sarebbe stato battezzato e della diversa persona del battezzatore.
a) Prima tesi. E’ questa la tesi sostenuta dai testi della chiesa-ortodossa, che afferma che Costantino fu battezzato a Nicodemia di Bitinia, il 27 maggio del 337 d. C., dal vescovo di corte Eusebio di Nicomedia. Leggiamo cosa scrive in merito, nella sua celebre Vita di Costantino, il suo biografo ufficiale, il vescovo Eusebio di Cesarea. Questa in sintesi è la sua versione dell’avvenimento:
Era l’anno 337 d.C. L’imperatore Costantino da ben 24 anni reggeva saldamente in pugno sia l’impero che la chiesa. Aveva appena 57 anni ed era in buona salute. Si trovava allora nel palazzo imperiale a Nicomedia ed era in procinto di partire per una spedizione militare contro l’imperatore persiano Sapore (Shahpur) II, quando si ammalò improvvisamente. Il medico di corte lo indusse a differire la sua partenza per la guerra. Si lasciò convincere. Si recò, quindi, sempre dietro consiglio del medico, alle terme di Ancirone, un sobborgo di Nicodemia, sperando di rimettersi in salute con le cure termali. Ma queste non gli giovarono.
Infatti subito dopo si aggravò e, dopo essere stato battezzato dal vescovo ariano di Nicomedia, di nome Eusebio, morì improvvisamente. Era il 27 maggio dell’anno 337 d.C. Dalla testimonianza del biografo ufficiale, Eusebio di Cesarea, quindi, risulta che il luogo del battesimo è Nicomedia, l’attuale Izmit in Turchia, l’antica capitale della Bitinia, che il giorno dell’amministrazione del battesimo è il 27 maggio dell’anno 337, e che la persona del battezzatore è il vescovo ariano Eusebio di Nicomedia.
b) la seconda tesi è quella del vertice cattolico. Essa, invece, sostiene ufficialmente e da sempre, che l’Imperatore Costantino fu battezzato in Laterano a Roma, da papa Silvestro, nell’anno 313. E questi sono i documenti a sostegno:
L’epigrafe del basamento dell’obelisco di Piazza S. Giovanni in Laterano in Roma afferma perentoriamente che Costantino fu battezzato nella città di Roma e precisamente nella chiesa del Laterano personalmente dal papa S. Silvestro.
Così, infatti, leggiamo l’epigrafe scolpita in latino in uno dei quattro lati del basamento dell’obelisco che domina la piazza:

COSTANTINUS PER CRVCEM VICTOR A S. SILVESTRO HIC BAPTIZATVS CRVCIS GLORIAM PROPAGAVIT COSTANTINO (Costantino, dopo aver vinto per mezzo della croce, qui battezzato da San Silvestro, propagò la gloria della croce)

La versione di questa lapide è quella ufficiale della Chiesa Cattolica, sostenuta tradizionalmente dalla curia vescovile romana, avallata anche dal testo della famosa, anzi famigerata, Donazione di Costantino. Il testo di tale falso documento sostiene tra l’altro chiaramente che l’imperatore Costantino, dopo di essere stato miracolosamente guarito dalla lebbra da papa Silvestro, fu da lui battezzato nel palazzo del Laterano in Roma. C’è da notare che, secondo la successione cronologica ufficiale, il vescovo di Roma di quel tempo non era Silvestro, ma l’africano Melchiade o Milziade (311-314). Ma anche questa palese discrepanza trova puntualmente chi, come philippin de Rivière, L. Duchesse ed altri, che cercano di giustificarla con scarsa efficacia.
Comunque, poco importa se Costantino sia stato battezzato da Milziade o da Silvestro. Quel che conta è che, secondo la curia romana, Costantino fu battezzato a Roma in S. Giovanni in Laterano nel 3131 circa, come è attestato solennemente dalla lapide dell’obelisco lateranense. Sia ben chiaro che la testimonianza offerta dalla lapide del basamento dell’obelisco è una cosa seria. Vale molto di più di una semplice pergamena o papiro. Vale più di un giuramento. E’ un’affermazione solenne, alta e forte. E’ sacra, come sacro è l’obelisco.
Mi piace aggiungere alcune notizie su questo magnifico obelisco. E’ il più antico ed il più alto degli obelischi collocati nell’Urbe. La sua altezza è di 47 metri con il basamento. Fu eretto da Thutmosi III nel XV secolo a.C. davanti al tempio di Ammon a Tebe. Fu fatto trasferire a Roma da Costanzo II nel 357 nel Circo Massimo. In seguito crollò e rimase per terra in stato di abbandono sino 1587, quando Papa Sisto V lo fece trasferire in Piazza San Giovanni in Laterano. Il basamento è opera dell’architetto Domenico Fontana. Le scritture dei quattro lati di esso, ovviamente, furono dettate da papa Sisto V.
La seconda tesi è anche sostenuta da altri documenti artistici, esistenti in alcune delle basiliche romane, di cui i seguenti sono i più noti:
L’ampia fascia di affreschi bizantini del 1246, con il ciclo di storie dell’imperatore Costantino e di S. Silvestro, esistenti nella Cappella di San Silvestro presso la chiesa dei Santi Quattro Coronati sita nel rione Celio.
Questi affreschi, tra i quali quello riguardanti il battesimo somministrato a Costantino da Silvestro e la Donazione di Costantino al medesimo Silvestro, furono voluti da papa Innocenzo IV durante la sua lotta contro l’imperatore Federico II, perché fungessero da documento sacro, pubblico ed incontestabile in quanto esposto in una chiesa, e comprensibile a tutti anche agli analfabeti in quanto costituito da affreschi chiarissimi ed accessibili a tutti. Vi sono, poi, altri pezzi artistici esistenti tanto nella Basilica di San Giovanni in Laterano quando nel vicino Battistero. Intendo riferirmi espressamente alle seguenti opere in cui è raffigurato il battesimo conferito da Silvestro a Costantino: la pittura del transetto della Basilica Lateranense, eseguita da Cristoforo Roncalli nel 1600, il bassorilievo in bronzo sul coperchio della vasca battesimale nel battistero lateranense eseguito da Ciro Ferri. Ed infine nella Falsa Donazione di Costantino, contenuta nelle false Decretali, notoriamente smascherata da Lorenzo Valla ed ormai universalmente ritenuta falsa, (argomento che tratterò a parte)
Si legge che l’imperatore Costantino fu battezzato personalmente da papa Silvestro nel Laterano a Roma nell’anno 314.
Dai suddetti argomenti risulta evidente che, secondo la versione ufficiale della curia papale romana, l’indicazione sia di tempo che di luogo e del battezzatore dell’imperatore è del tutto diversa da quella sostenuta dalla Chiesa Ortodossa.
c) terza tesi, si tratta di quella abbastanza recente, anch’essa cattolica, che sostiene che “fu Silvestro ad impartire il battesimo a Costantino, non già a Roma e neppure a Nicomedia di Bitinia, ma bensì a Gerusalemme in Palestina, in occasione della consacrazione della chiesa del Santo Sepolcro voluta da S. Elena sul Calvario” (Cfr. Antonino Lopez, I Papi, La vita dei pontefici, Futura Ed. 1997)

d) La quarta tesi è quella sostenuta recentemente da Mons G.B. Proja, canonico della Basilica Lateranense di Roma, con cui cerca di sistemare la questione:
“(Costantino) ebbe desiderio di ricevere il Battesimo ed anzi voleva recarsi per questo al Giordano; ma non se ne fece nulla. Le preoccupazioni per l’impero lo tenevano legato. Fu però battezzato qualche giorno prima di morire (22-V-337) dal vescovo Eusebio di Cesarea (sic!) ad Arcione, sobborgo di Nicomedia.
Ai cristiani dei primi secoli e del Medio Evo sembrava impossibile che un imperatore tanto benemerito della Fede non fosse neanche battezzato. Sorsero allora narrazioni fantasiose (letterariamente molto belle) sul suo battesimo, amministratogli da S. Silvestro papa. Ecco allora la pittura del transetto della Basilica Lateranense; la scritta alla base dell’obelisco nella piazza; il ciclo pittorico della chiesa dei Santi Quattro; nel fonte battesimale del Battistero, ecc..

Come può facilmente vedersi, il citato mons. Proja sposta indietro di cinque giorni la data del battesimo di Costantino da quella della sua morte, cioè fa battezzare Costantino, non già in punto di morte, il 27 maggio 337, ma cinque giorni prima, cioè il 22 maggio del 337. E ciò facendo cerca di impedire che si pensi che Costantino sia stato battezzato in articulo mortis cioè in punto di morte, come invece sembra voglia suggerire l’autore della Vita di Costantino, nel brano da me riferito, e come tradizionalmente tanti pensano da sempre.

e) Quinta tesi è la tesi tradizionale, che coincide con la prima tesi precedente riferita, e che si basa sul testo greco di Eusebio di Cesarea nella Vita di Costantino, e che sostiene che Costantino si sia battezzato in articulo mortis, cioè in punto di morte. E’ quella che sino ai nostri giorni è passata come la più comoda, in quanto capace di risolvere molte difficoltà sull’argomento. Ma che recentemente l’apologetica cattolica ha ritenuto prudente scaricare, come si è potuto vedere nell’esposizione della tesi quarta. Questa tesi, però, la si stenta ad accettare.
E’, infatti, storicamente certo che Costantino rifiutò sistematicamente durante tutta la sua vita il battesimo, e non già perché non si volesse battezzare nel fiume Giordano, che è una motivazione bigotta o mistica inconciliabile col personaggio Costantino, oppure perché impedito dai suoi impegni di governo, ma per motivi molto seri, come vedremo nella tesi. La motivazione del differimento di esso, a mio avviso, non può essere il desiderio di volersi battezzare nel fiume Giordano o gli impegni di governo, ma per ben altro che chiariremo nella tesi seguente.
Per l’autore Prof. Angelo Scarpulla, (Architettura Arte e Religione) Costantino non fu battezzato in punto di morte. Non credo che lui sul letto di morte abbia pronunziata la frase seguente, che pur leggiamo nella Vita di Costantino e che è da ritenere del tutto inventata non tanto da Eusebio di Cesarea, quanto dai soliti ignoti che in seguito falsificarono il testo originale:
“Io avevo in mente di ricevere il sosterion afraghisma (cioè il battesimo) nelle acque del fiume Giordano, nelle quali il Salvatore si dice abbia ricevuto il lavacro per nostro modello; ma Dio, che sa quel che conviene, già da ora ce ne giudica degni. Che se il Signore della vita e della morte voglia che ancora io viva qui, ed è stato deciso una volta per sempre che così per il resto della mia vita io venga annoverato nel gregge del popolo di Dio e partecipi alle orazioni in comune, stando nella ecclesia insieme con tutti gli altri, avrò assegnato a me stesso le leggi di vita convenienti a Dio”( Vita di Costantino – Eusebio di Cesarea)

L’imperatore Costantino non solamente non volle battezzarsi, ma addirittura si trovò nell’impossibilità giuridica di farlo, in quanto legalmente e moralmente impedito. Infatti il battesimo gli era giuridicamente e moralmente vietato dal Diritto Romano. Era, infatti, un suo preciso diritto-dovere respingerlo.
L’imperatore Costantino, infatti, in forza della Costituzione Imperiale Romana, non era un uomo qualsiasi, ma un Uomo-Dio, un Augustus, un Dio in terra, un “Dominus ac Deus”, in forza della modifica alla Costituzione Imperiale Romana introdotta dall’Imperatore Diocleziano per sé e per i suoi successori, con le conseguenze che da ciò scaturiscono. Gesù Cristo e tutte le innumerevoli divinità dell’Olimpo pagano diventavano così dei semplici “colleghi” per ogni imperatore romano.
Di conseguenza, ovviamente soltanto nell’ottica giuridica romana, se Costantino si fosse battezzato, avrebbe commesso un errore incredibile, un gesto irresponsabile e folle, equivalente a quello di un Dominus ac Deus che diventa servo di un altro dio, in questo caso servo di Cristo.
Ogni giurista romano questo poteva facilmente capirlo. Infatti lo scrittore cristiano Tertulliano, che era un avvovato ed esperto di diritto, in proposito scrive che per un imperatore era impossibile diventare cristiano: infatti, o avrebbe cessato di esercitare il suo potere sovrano o sarebbe stato un pessimo cristiano. Ovviamente un imperatore cristiano che si battezza danneggia gravemente ed automaticamente le sue prerogative supreme, derivanti dalla sua qualità di Augustus, di Pontifex e di Dominus ac Deus, e si riduce semplicemente membro della chiesa.
Anche Salvatore Calderone, che ha condotto un pregiovole studio sui rapporti di Costantino imperatore col Cristianesimo, così afferma in proposito:

“Egli (Costantino), in quanto “imperator”,…in quanto capo dello Stato…non può far parte di una ecclesia…per quanto soprattutto…egli deve ritardare il più possibile il battesimo;…il Cesare, che si fa cristiano, cessa di essere Dio…

Ed inoltre va detto che Costantino il battesimo non l’avrebbe potuto mai volere, anche se non fosse stato ascoltato dal suddetto impedimento giuridico. Egli non fu il fondatore o il rifondatore della ex Chiesa Cristiana, ma soltanto il fondatore della propria chiesa, una chiesa nuova che volle che si chiamasse Cattolica non già nel senso di questo aggettivo possiede oggi, ma nel senso di chiesa tutta sua, chiamata Cattolica, in quanto destinata a diventare l’unica chiesa pagana che voleva che fosse la risultante di tutte la grandi religioni dell’impero.
Quando poi al battesimo che avrebbe potuto ricevere in punto di morte (il cosiddetto battesimo “in articolo mortis”) e che secondo il suo bibliografo ricevette, c’è da dire anche’esso non è meno impensabile ed inconcepibile per i seguenti due motivi:
1) per motivi tecnico-operativi e pratici, in quanto, dato che allora il battesimo veniva ancora conferito solamente per immersione totale, è impensabile che un moribondo o quasi morto, potesse venire sommerso interamente in una vasca. Una proposta del genere non avrebbe ottenuto il consenso dei parenti e del medico di corte e quanto meno sarebbe stata accettata da un moribondo, peraltro già profondamente alla cosa.

2) Per motivi di opportunità giuridica, cioè in considerazione dell’eventualità che lui, Costantino, dopo il battesimo sarebbe potuto guarire ed avrebbe potuto riprendere a vivere (cosa tante volte successa a tanti moribondi). Cosa, infatti, sarebbe successo se Costantino, dopo essersi battezzato in punto di morte, avesse poi ripreso e continuato a vivere? Secondo l’ottica giuridica di quel tempo certamente nota a Costantino ed al consiglio imperiale, il neobattezzato, sopravvivendo, sarebbe rimasto privo della sacralità augustea e di quella a lui derivante dalla sua divinità. E’ ovvio che un tipo come Costantino non avrebbe mai voluto correre un rischio del genere, rovinandosi eventualmente il resto della sua vita. E’ quindi logicamente pensabile che anche nel caso che gli fosse stato proposto da qualcuno il battesimo in articulo mortis, Costantino l’avrebbe rifiutato senz’altro.
Ma è anche certo, del resto, che nessuno dei suoi parenti, consiglieri e ministri, si sarebbe mai potuto sognare di cedere ad una proposta del genere.
C’è, poi, da dire un’altra cosa e cioè che probabilmente il battesimo nella nuova Chiesa Cattolica costantiniana non fu interrotto subito, cioè nella fase protocattolica, ma solamente molti anni dopo, cioè nella fase successiva o deutorocattolica, appunto dopo la morte di Costantino. Conseguentemente anche i battisteri sorsero nel periodo deuterocattolico. Se questa ipotesi venisse dimostrata ed accettata, il battesimo di Costantino cesserebbe di costituire un problema. Ed allora, in conclusione, per tutte le ragioni da me esposte, si può logicamente pensare ed affermare, con buona pace degli zelanti apologeti di parte, che Costantino, con certezza, non ricevette in alcun posto il battesimo, ne durante la sua vita e neppure in punto di morte. C’è da dire, inoltre, cari fratelli, che vissero e morirono senza battesimo anche tutti gli altri membri della sua famiglia, che, logicamente, insieme a lui, in forza del Diritto Romano, godettero onori divini e come tali furono pubblicamente adorati come dèi. Mi riferisco, evidentemente, ai suoi quattro figli maschi, alla madre Elena, alla sorellastra Flavia Giulia Costanza ed alle due sue figlie femmine, cioè a Costanza e ad Elena, andata sposa quest’ultima all’imperatore Giuliano l’Apostata.
Architettura Arte e Religione - Angelo Scarpulla

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